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Auguri di buon anno 2021 (da Emilio Lupo)

AUGURI. Tanti AUGURI!

da Emilio Lupo, Resp. Nazionale Organizzazione di Psichiatria Democratica

Auguri. Auguri. Auguri. E ancora Auguri. E’ questa l’occasione per riflettere, tutti insieme, su quanto ci lasciamo alle spalle, su quanto abbiamo fatto e sui nostri progetti per il futuro, ma è anche il tempo per fare chiarezza in tanta confusione di ruoli e per domandarsi da quale parte sedersi, come ammoniva Brecht. Dispiace constatare l’ appiattimento, l’omologazione e questo silenzio assordante intorno a noi; una amara constatazione che deve però spingerci ancora una volta, come movimento di Psichiatria Democratica, a mantenere e far crescere il nostro impegno a tutto campo per l’affermazione dei diritti, e a continuare la lotta contro qualsivoglia forma di sopraffazione andando come sempre ben oltre lo specifico psichiatrico.

L’anno che ci lasciamo alle spalle ha segnato l’intero Paese. La pandemia ci ha fatto conoscere altre dimensioni, singole e comunitarie, che non avevamo nemmeno immaginato, ma ci ha anche fatto comprendere tutto il valore del nostro lavoro di gruppo, iniziato nell’autunno del 1973, anno di fondazione di Psichiatria Democratica.

Una rotta perigliosa quella tracciata con molteplici difficoltà, contrasti e rallentamenti, ma che non ci ha impedito di mantenere al centro del nostro fare/pensare l’impegno per il cambiamento: sconfiggere la psichiatria dell’isolamento, della ripetitività e della segregazione, praticando e promuovendo al contempo  una Salute Mentale di comunità.

Un impegno senza risparmio per realizzare, insieme a tanti altri attori, percorsi di liberazione, affrontando battaglie lunghe e defatiganti, che hanno richiesto fiato lungo e testardaggine.

Ci siamo dati, nel corso degli anni, obiettivi importanti ed irrinunciabili: ci siamo “sporcati le mani” negli anni delle lotte all’interno delle strutture asilari, e ci siamo impegnati a costruire, tra mille diffidenze e  ostracismi, i primi servizi territoriali sulle 24/h. Ci siamo contagiati con altri saperi ed abbiamo inventato nuove pratiche. Voglio qui ricordare, altresì, i gruppi di studio permanenti, in particolare quelli di approfondimento e proposta con Magistratura Democratica per l’Amministratore di sostegno, che ha tracciato un nuovo percorso in questa delicata materia, e per la chiusura degli OPG, altra tappa importantissima.

Ci siamo sempre stati, con le nostre proposte e le nostre azioni, anche quando insieme a poche altre Associazioni abbiamo contestato e contrastato a muso duro il tentativo di riproporre le pratiche di elettroshock.

Esserci ha sempre significato, per Psichiatria Democratica (PD), una presenza sul terreno della lotta e della proposta, mai la sterile protesta priva di spessore politico e di programma operativo, cui abbiamo assistito in tutti questi anni di cui ancora oggi, registriamo parole ed enunciati che non incidono sul potere e quindi restano sempre, ineluttabilmente, seppur involontariamente, funzionali al mantenimento dello status quo.

La lotta per il superamento degli OPG ha significato, nei fatti, che delegazioni regionali di operatori di PD,  hanno visitato, con costanza ed assiduità, gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, E’ stato il nostro modo di controllare  e stimolare l’attuazione di un reale processo di dismissione e, contemporaneamente, di far conoscere, attraverso i media, le nostre proposte per il superamento di quei terribili luoghi. Abbiamo interloquito costantemente con i rappresentanti del Governo e delle Istituzioni perché la svolta si concretizzasse dopo tanti anni di impegno, e in molti taluni casi siamo stati interlocutori privilegiati, per la  riconosciuta capacità di saper coniugare la proposta di rinnovamento con i conseguenti ed indispensabili atti legislativi.

Siamo  impegnati a sostenete la cooperazione sociale di qualità e i Centri Diurni, che con il loro lavoro hanno contribuito, in questi anni, a concretizzare processi importanti di inclusione sociale per tante donne ed uomini.

Per noi è urgente ridare centralità alla Sanità pubblica, una centralità necessaria, come ha dimostrato inequivocabilmente la pandemia; che la riforma sanitaria del 1978 le assegnava in maniera chiara. Dobbiamo continuare a batterci per dare finalmente gambe e solida struttura ai dettami di quella straordinaria riforma: universalità, eguaglianza ed equità delle prestazioni. Ogni altro surrogato finirà ancora una volta per penalizzare il pubblico.

Le pratiche territoriali fin qui messe in campo, ci consentono di affermare che oggi possiamo contare su una molteplicità di interventi territoriali, in grado di fornire all’utenza una serie di risposte concrete, diversificate tra loro e che hanno contribuito a cambiare significativamente la vita di molti e infondere loro speranza; risposte i cui effetti sono innegabili e visibili e che concorrono, tra l’altro, a dar leva alle lotte di quelle Associazioni di familiari, impegnate a fare rispettare ed attuare la legge 180/78.

Da ultimo ci siamo impegnati affinchè la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) potesse costituire un momento di crescita, di liberazione e soprattutto di consapevolezza collettiva del Paese, e non già un mero atto tecnico. Ci siamo mossi in questa direzione proponendo i Protocolli Operativi: uno strumento straordinario – ancora poco usato purtroppo – perché in grado di promuovere percorsi di inclusione mediante la presa in carico contestuale, da parte di Magistratura ed Azienda Sanitaria, dei pazienti psichiatrici autori di reato. Anche qui la strada non è stata breve e ha visto PD muoversi a più livelli: con la stampa (interviste ai Dirigenti di PD, pubblicazioni di C. stampa etc.), con le Istituzioni (DAP, Camera dei Deputati) con la formazione degli operatori ( con eventi formativi ECM, straordinariamente organizzati dal nostro Gruppo Formazione e che hanno visto una grande partecipazione di operatori, ai quali si devono aggiungere i dibattiti svolti in molte parti d’Italia, ultimo, prima del blocco Covid, quello di Aversa); fino a giungere all’audizione di alcuni dirigenti di PD, nel giugno 2018, presso la competente commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), dove presentammo e motivammo dettagliatamente la nostra proposta dei Protocolli Operativi Vincolanti.  Protocolli che il plenum dell’Organo di autogoverno della Magistratura ne condivise lo spirito adottando una specifica risoluzione nel settembre dello stesso anno, alla fine di una serie di consultazioni.

Il nostro gruppo Formazione è stato capace durante questi anni di organizzare eventi ECM di alta qualità, che hanno raccolto una crescente adesione, in ragione della originalità e dell’ampiezza dei temi di volta in volta sviluppati. Contiamo di implementare questa importante attività anche perché la formazione è uno degli strumenti più importanti per attrarre le giovani leve.

Oltrepassare lo specifico psichiatrico, come dicevamo, è sempre stata una prerogativa di Psichiatria Democratica fin da quel lontano Ottobre del 1973,  tant’è che ancora oggi noi continuiamo a muoverci parallelamente su due terreni: 1) quello dello sviluppo di pratiche di Salute Mentale sul territorio (Servizi attivi nelle 24h  per i quali continuiamo a chiedere adeguate risorse umane ed economiche su tutto il territorio nazionale, ma anche lotta ad ogni forma di lavoro precario), della lotta al pregiudizio psichiatrico, sviluppo della cooperazione integrata e dell’associazionismo, in collegamento costante ed attivo con le altre realtà socio-sanitarie, con il mondo del lavoro e con i mondi della cultura, dell’informazione, dello sport, etc.); 2) l’ essere presenti, insieme ai movimenti che lottano contro  tutte le forme di esclusione, di razzismo, dentro i movimenti di liberazione a fianco di migranti, ai senza fissa dimora, alle donne in difficoltà, agli anziani, ai bambini ed adolescenti, per offrire il nostro impegno ed il contributo di idee, di proposte ed esperienze.

Qualche riflessione prima di lasciarci per gli Auguri per il 2021: nel corso di questi circa cinquanta anni abbiamo potuto dimostrare che quanto il gruppo fondatore di PD aveva preconizzato ha avuto riscontri concreti, indiscutibili e straordinari. Infatti non ci sono più ne’ i manicomi e nemmeno gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, molti utenti lavorano nelle cooperative sociali, i ricoveri “di urgenza” non sono più dei provvedimenti di Pubblica Sicurezza in quanto garantiti dai Sindaci e dai Giudici tutelari; infine l’Amministratore di sostegno assicura una tutela articolata ben diversa dall’interdizione. I  Servizi  territoriali,che oggi vivono in grandissima sofferenza per la carenza di personale e di risorse economiche, sono, per il lavoro che nonostante tutto continuano a fare, la prova tangibile che la Salute Mentale deve essere pubblica.

Ho voluto trattenermi un po’ di più su questo punto perché ho avvertito, nei racconti di alcuni operatori, soprattutto negli ultimi mesi, un forte timore che possa avanzare un processo di restaurazione e di totale medicalizzazione della sofferenza psichica. Non è così, seppure le difficoltà sono sempre maggiori e sono state accentuate dalla pandemia. Credo, di contro, che con le nostre lotte e con l’azione trasformativa concreta, abbiamo dimostrato che, come sottolineava Basaglia, “l’impossibile può diventare possibile”, e che nonostante i tempi bui esiste ancora uno spazio praticabile ed un terreno fecondo che dobbiamo arare. Dobbiamo dedicare maggiore tempo ed attenzione agli specializzandi in psichiatria e psicologia, ed ai laureandi in tecnica di riabilitazione psichiatrica e psico sociale ed a quanti frequentano i corsi di assistenti sociali e le facoltà di scienze infermieristiche: con questi operatori i nostri contatti, oggi, sono limitati ai soli eventi ECM e questo assolutamente non basta. La forza della nostra capacità organizzativa deve penetrare sempre più la grande fucina della cooperazione sociale; dobbiamo ampliare ed intensificare i nostri rapporti con gli operatori impegnati nelle varie articolazioni funzionali dei Dipartimenti di Salute Mentale, dai CSM agli SPDC, ai Centri diurni, agli alloggi.

E’ il primato delle pratiche, per dirla con Agostino Pirella, che va rinverdito negli incontri con tutte queste figure; si tratta di percorsi faticosi, talvolta lunghi; percorsi che hanno dimostrato, anche ai più retrivi, che è stato possibile voltare pagina. Questo lavoro corale ha anche mutato la mente e l’anima del Paese, e siamo riusciti a passare dal dolore inutile dei manicomi (Alda Merini) alle case supportate dell’inclusione e della libertà, dai letti di contenzione degli OPG alla creatività liberatrice delle cooperative di lavoro e dei Centri diurni, dalle classe differenziate alle scuole pubbliche, dalla “inabilitazione” della malattia mentale alla gestione di ristoranti da parte di persone con disagio. In questa direzione di costante attenzione e coinvolgimento dobbiamo lavorare senza tregua e senza incertezze negli anni a venire. Nuove adesioni alla  causa comune ed a quella associativa, con il coinvolgimento di giovani operatori che fanno propria la sfida della presa in carico, saranno l’antidoto migliore  alla psichiatria del ritorno al controllo sociale e della ripetitività senza progetto e senza futuro. Mentre è sempre più urgente che quella utopia della realtà, incominciata a Gorizia e che progressivamente e con immensa fatica e dedizione e’ riuscita a contagiare l’intero Stivale, continui a dispiegare la sua forza rinnovatrice e rivoluzionaria, fatta di pratiche di inclusione e di liberazione, di una formazione attiva e critica che si differenzia dallo standard prevalente, di tenacia che non teme gli arretramenti perché è sempre capace di riconoscere limiti ed errori, per poi riprendere il cammino proprio da dove ci si era dovuti fermare.

Sia ben chiaro, nessuno ha la verità in tasca, ma la strada è sicuramente questa, quella del TERRITORIO; non altre! Una strada così importante da meritare il maiuscolo, quella strada che abbiamo condiviso, negli anni, con tanti nostri straordinari compagni di vita, assenti – presenti, a cui continuiamo a voler bene. Che ci mancano.

AUGURI  per un 2021 di lotta di riscatto e di pace.

Abbracci a tutti.                                                                                                  Emilio

Napoli, 29 dicembre 2020