In questa sezione ospitiamo storie e riflessioni sulla Salute Mentale, in questo tempo di distanziamento sociale per la pandemia. Vi invitiamo ad inviarci storie e riflessioni brevi, se possibile, così da favorire la lettura. Grazie a tutti.
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… un link : la morte degli anziani e la catena delle responsabilità
segnaliamo il link a un articolo presente su un altro blog
Uno sguardo al futuro (Antonello D’Elia)
E se ci fossimo tutti sbagliati? E se ad aggredirci non fosse solo un virus ma i numeri? Si i numeri, quelli che contati, sottratti, moltiplicati hanno un potenziale contaminante straordinario, che si potrebbe rivelare tossico, endemico, ancor più che pandemico? Quanti morti abbiamo oggi? E contagiati, e guariti? Saturi di cifre le interroghiamo come gli aruspici facevano con il volo degli uccelli, poi ci rimane solo lo sgomento, la paura, il sospetto: tossine per i nostri pensieri e le nostre vite. E se ci fossimo trovati pronti, senza saperlo, senza volerlo, a uno scompenso collettivo? Indeboliti dallo smarrimento di esistenze fragili spostate al di fuori di se stesse, private di difese mature, ubriache di cose, oggetti, denaro posseduto o vagheggiato, preda di pulsioni irriflesse, attraversate da pensieri altrove e da altri pensati. Se, ignari, fossimo tutti stati dominati da un’anarchia interiore e solitaria di fronte a una complessità sempre più complicata, una globalità impersonale e immateriale insinuatasi dentro ciascuno, annidatasi come un microorganismo latente che aspettava solo le giuste condizioni ambientali per emergere, per scoppiare, esplodere oltre ogni confine? La pelle psichica è delicata, più ancora di quella che ricopre i nostri corpi.
Viene da pensare all’herpes, responsabile di numerose affezioni, una famiglia, che sotto lo stesso nome, accomuna virus che hanno un unico comportamento: le sue manifestazioni si vedono sulla cute mentre lui si annida lungo le terminazioni nervose e si risveglia quando le difese immunitarie si indeboliscono. Potrebbe essere un buon modello per provare a raccontare il livello di intossicazione generale raggiunto dagli umani, da quella parte di umani che vivono nel mondo più ricco, quello che ha portato ad allontanarsi dalle cose, dalle relazioni, ad astrarre, a dematerializzare tutto, sentimenti e denaro inclusi. E ora cosa faremo? Attendiamo tutti qualcosa sapendo che non sarà come prima ma senza sapere come sarà. Il tempo ha rallentato, gli orologi mentono e ogni minuto che segnano è un inganno. Sapremo rimetterli in moto? Sapremo ricordare o dimenticheremo tutto e in fretta? Forse se prima per qualcuno eravamo antichi, aggrappati a vecchi arnesi come l’umanità, l’ascolto rispettoso degli altri, l’accettazione di diversità mai troppo lontane da noi, la fiducia negli umani tutti, quando questo sonnambulismo forzato svanirà a poco a poco, troveremo altri compagni sulla nostra strada, saremo meno soli. Avremo dimostrato che senza cedere si può ancora cambiare. Che il futuro non è già scritto. “Si può fare”: così ci avevano insegnato a pensare, così sapremo mostrare a chi viene dopo.
Antonello d’Elia- Roma
Io sto con gli ultimi (Gianfranco Carbone)
Spiacente ma non me la sento di accodarmi al coro dei disperati!
Io sto con gli ultimi, ma la pandemia ha scoperchiato il vaso di pandora.
Perché ha il grande merito di aver smascherato l’ipocrisia di cui ci siamo ammantati pensando che tutto ci era dato, tutto era possibile.
Il Virus ci ha fatto scoprire che le discariche in cui abbandonavamo i nostri cari, non più produttivi erano lager. Perché strutture in cui sono stipati mille anziani non possono che essere lager.
Il virus ci ha dimostrato che:
– le scelte scellerate che hanno smantellato ogni possibilità di intervento sanitario nel territorio, a partire dalle condotte mediche, hanno avuto conseguenze disastrose sulla nostra salute;
– la logica ospedalocentrica che ha concentrato nei Pronto Soccorso i politraumatizzati, gli infartuati, i dispnoici per polmoniti e i portatori di unghia incarnita, di crisi alcolemica e qualsiasi altro accidente, ha esposto la collettività ad evenienze non gestibili;
– lo smantellamento di centinaia di presidi ospedalieri senza compensazioni con servizi sul territorio ha favorito enormi speculazioni sulla salute, ancora definita diritto costituzionale;
– la privatizzazione selvaggia di ogni intervento in favore delle fasce deboli della società: anziani, poveri, disabili, ha prodotto enormi investimenti pubblici che hanno arricchito i soliti noti comunque camuffati;
– una organizzazione sanitaria medicocentrica o clinicocentrica ha mostrato tutta la sua debolezza in ogni settore della salute;
– il personale non medico nella sanità è insufficiente e malpagato e non gode di alcuna autonomia professionale;
– gli infermieri, gli oss, gli ausiliari, gli addetti alle pulizie, i tecnici e chiunque operi nell’intricato mondo della tutela della salute sono infungibili;
– che fino a quando i pazienti non saranno ridiventati persone e non più RETTE, e la salute dei cittadini merce non potremo annoverarci tra i paesi civili;
Ma il Virus ci ha dato altre lezioni, qualcuno ricorderà i discorsi del primo ministro della Gran Bretagna, provate a risentirlo oggi!!!
Ora, mi piacerebbe che succedesse ancora qualcosa, che riflettessimo, che mai più tollerassimo quanto fatto sulla nostra pelle, sulla pelle dei nostri pazienti, dei nostri anziani e di noi stessi.
Non deve essere possibile… MAI PIU’.
Gianfranco Carbone – Bari