Ehi tu CORONA VIRUS COVID 19 stammi bene a sentire (Comunità Aquilona di Solopaca)
Sono nato negli anni sessanta e sono venuto alla luce in una sala parto dove medici e infermieri mangiavano panini al salame e fumavano una sigaretta dopo l’altra nell’ attesa che mia madre mi partorisse, senza mascherine, senza guanti; sono sopravvissuto ai vaccini, al mercurio puro e all’amianto sui tetti e nei tubi degli acquedotti. Mi sono imbattuto in influenze mortali come la spagnola o la filippina e altre peggiori di te, ho schivato la TBC e AIDS pregando o solo spostando la testa di lato. Sono cresciuto in scuole senza estintori, senza protocolli di igiene e sicurezza; ho respirato la diossina di Seveso e sono stato contaminato dalle radiazioni nucleari di Chernobyl.
Mi sono disinfettato le cadute in bicicletta e in moto con l’aceto e ho mangiato cibi che non avevano ancora la scadenza per legge e ho bevuto acqua dal rubinetto senza filtri. Ho guidato senza casco motociclette pericolosissime da 400 Kg con i freni a tamburo e macchine prive di qualsiasi affidabilità: senza cinture e senza airbag e che non aveva nemmeno la spia dell’acqua. Sono stato curato con medicine non testate dall’OMS e sparate nel mio corpo con siringhe di vetro dagli aghi spuntati che si sterilizzavano sul fuoco in un terrificante contenitore di latta che ancora oggi mi fa venire gli incubi.
Non ho mai avuto un sostegno psicologico o scolastico; ai miei tempi non esistevano nemmeno, e le ho prese di santa ragione da tutti: mia madre, da mio fratello maggiore e dai bulli più grandi di me che ho incontrato e ne sono sempre venuto fuori senza traumi.
Ehi tu, Corona virus, Covid 19 cinese, pensi di far paura a chi come me è sopravvissuto a tutto questo?
Sono io che ti avverto: quelli come noi li riconosci subito perché continuano a fare quello che hanno sempre fatto: sopravvivere, quindi non ti fare illusioni sbagliate. Siamo italiani, abbiamo conquistato il mondo, abbiamo scritto la storia dell’arte e abbiamo superato crisi peggiori di te e non ti temiamo, con l’augurio e la speranza che sia tu a schiattare per primo, molto più alla svelta di tutti noi.
dalla Comunità Aquilona di Solopaca: P.L. , G. I. e A. C.